Le app cinesi a confronto con quelle occidentali: una guida per italiani

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Da Caterina

app cinesi

Se sei abituato a WhatsApp, Instagram, YouTube, Spotify e Amazon, preparati: in Cina queste piattaforme non le userai quasi mai. Non perché non piacciano, ma perché molte sono bloccate e, soprattutto, perché i cinesi hanno creato delle alternative locali molto più avanzate.
In questo viaggio digitale ti faccio conoscere le app più popolari in Cina, confrontandole con quelle che usiamo tutti i giorni in Italia. Scoprirai che alcune hanno il loro “gemello occidentale”, altre sono più complete, e altre ancora... non hanno proprio paragoni.

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Messaggistica e social

WeChat vs WhatsApp

wechat e whatsapp

La prima app da citare, senza alcun dubbio, è WeChat (微信, Wēixìn). Per i cinesi, WeChat non è solo un’app di messaggistica, ma una piattaforma indispensabile nella vita quotidiana dei cinesi.

Un italiano potrebbe pensare a WhatsApp, dato che anche in Italia è l’app più usata per chattare, inviare foto, messaggi vocali e creare gruppi. Ma WeChat va molto oltre. Oltre alla chat, infatti, include:

  • Pagamenti digitali (WeChat Pay): con cui i cinesi pagano al supermercato, al ristorante, nei taxi e perfino ai venditori ambulanti. Basta un QR code e lo smartphone sostituisce completamente il contante.
  • Moments (朋友圈): una sezione simile a una timeline di Facebook, dove si possono condividere foto, testi e link. È la principale vetrina della vita sociale online per i cinesi.
  • Mini-programmi: vere e proprie “mini-app” integrate, sviluppate da terze parti, che permettono di ordinare cibo, prenotare hotel, comprare biglietti del cinema o giocare, tutto senza uscire da WeChat.
  • Funzioni professionali: molte aziende cinesi gestiscono comunicazioni interne, gruppi di lavoro e perfino servizi di assistenza clienti direttamente tramite WeChat.

In Italia, per ottenere lo stesso insieme di servizi, bisognerebbe usare contemporaneamente WhatsApp, PayPal, Facebook, Instagram, Amazon e un’app di banche o prenotazioni. WeChat invece integra tutto in un unico ecosistema. Per questo, un viaggiatore italiano in Cina dovrebbe installarla fin dal primo giorno: senza WeChat, la vita quotidiana diventa molto più complicata.

QQ: il “fratello maggiore”

QQ

Prima di WeChat, la Cina aveva QQ, una piattaforma di messaggistica lanciata negli anni ’90 da Tencent. QQ oggi è meno usata dai giovani come chat quotidiana (sostituita quasi del tutto da WeChat), ma resta importante per alcune funzioni:

  • È molto diffusa tra studenti e gamer, perché offre strumenti di condivisione di file di grandi dimensioni.
  • Viene utilizzata come account per registrarsi a giochi online e servizi digitali.
  • Ha ancora un forte legame con la musica, grazie a QQ Music.

Un italiano può paragonare QQ a un “vecchio MSN Messenger” che però si è evoluto e sopravvive in alcune nicchie, soprattutto giovanili.

Weibo vs Twitter (oggi X)

Weibo X

Se WhatsApp trova il suo corrispettivo in WeChat, allora Weibo (微博) può essere visto come l’equivalente di Twitter, anche se in realtà ha caratteristiche ibride. È nato come microblog, con messaggi brevi e la possibilità di seguire celebrità, politici e influencer.

Oggi Weibo è ancora uno dei principali canali di informazione in Cina. Gli utenti lo usano per:

  • Commentare notizie in tempo reale.
  • Seguire star del cinema, della musica o dello sport.
  • Creare discussioni virali su temi sociali e culturali.

Per un italiano, l’esperienza d’uso può ricordare Twitter, ma con una maggiore attenzione alla multimedialità (foto e video) e al ruolo centrale degli influencer. È anche un canale dove le aziende investono molto in marketing digitale.

Xiaohongshu (RED) vs Instagram/Pinterest

Instagram Xiaohongshu

Xiaohongshu (小红书), conosciuta anche come RED, è una delle app più influenti della Cina contemporanea.

  • Contenuti: un mix tra Instagram e Pinterest, con focus su lifestyle, moda, viaggi, make-up e recensioni di prodotti.
  • Funzione chiave: le “note” (帖子), post in formato foto o video accompagnati da recensioni dettagliate.
  • E-commerce integrato: molti prodotti presentati nelle note possono essere acquistati direttamente tramite l’app.
  • Community femminile: molto popolare tra le giovani donne, è anche una piattaforma di tendenza e scoperta.

Per un italiano, Xiaohongshu è come avere Instagram, Pinterest e Amazon Reviews in un’unica app, con un impatto enorme sulle scelte di consumo dei cinesi.

Video e intrattenimento

Bilibili vs YouTube

Bilibili YouTube

Una delle piattaforme più rappresentative della cultura digitale cinese è Bilibili (哔哩哔哩), spesso abbreviata in B站 (B-zhàn, “Stazione B”). Per molti italiani può sembrare la versione cinese di YouTube, ma con caratteristiche molto particolari che la rendono unica.

Nata inizialmente come community dedicata ad anime, manga e videogiochi (un po’ come i forum specializzati che esistevano in Italia), Bilibili è cresciuta fino a diventare una piattaforma generalista di video, ma con una forte impronta giovanile.

Cosa distingue Bilibili da YouTube:

  • Danmu (弹幕, “proiettili di commenti”): una funzione iconica in cui i commenti degli utenti scorrono in tempo reale sopra il video, creando un effetto interattivo. Guardare un filmato su Bilibili significa farlo insieme a una comunità, leggendo reazioni e battute degli altri spettatori.
  • Community fortemente attiva: gli utenti non sono semplici spettatori, ma partecipano con meme, remix e contenuti collaborativi.
  • Contenuti educativi: oltre all’intrattenimento, Bilibili è diventata una risorsa molto usata da studenti universitari e professionisti per lezioni online, tutorial e conferenze registrate.
  • Licenze ufficiali: la piattaforma ospita anche anime giapponesi e produzioni originali, simili a Netflix, ma inserite nello stesso ecosistema dei video amatoriali.

Un italiano potrebbe pensare a una combinazione tra YouTube, Netflix e Twitch, con in più una forte componente sociale. Per chi viaggia o studia in Cina, Bilibili è un ottimo modo per capire i gusti e le tendenze della gioventù locale.

iQIYI, Tencent Video, Youku, Mango TV vs Netflix, Disney+, Prime Video

iQIYI, Tencent Video, Youku, Mango TV

netflix Disney prime video

In Cina lo streaming di film e serie TV è dominato da tre grandi piattaforme principali:

  • iQIYI (爱奇艺): considerato il “Netflix cinese”, con un ampio catalogo di film, serie TV e contenuti originali.
  • Tencent Video (腾讯视频): la piattaforma di Tencent, molto popolare grazie a produzioni locali di grande successo e licenze internazionali.
  • Youku (优酷): parte del gruppo Alibaba, con contenuti simili a Netflix e Prime Video.
  • Mango TV (芒果TV): legata al gruppo Hunan Broadcasting, è particolarmente apprezzata per i reality show, i programmi di intrattenimento e i variety, spesso rivolti a un pubblico giovane e femminile.

A differenza di Netflix o Disney+, queste piattaforme combinano:

  • Contenuti gratuiti con pubblicità + abbonamenti premium per film e serie esclusive.
  • Produzioni locali (drama cinesi, varietà, reality show) che attirano un pubblico enorme.
  • Formati brevi e interattivi, pensati anche per smartphone.

Per gli italiani che vivono o viaggiano in Cina, queste piattaforme sono la chiave per scoprire la cultura popolare cinese, anche se la barriera linguistica rimane significativa.

Douyin vs TikTok

Douyin TikTok

Se YouTube in Italia è sinonimo di video online, oggi la piattaforma più diffusa tra i giovani per i video brevi è TikTok. Ma non tutti sanno che l’app originale è cinese: Douyin (抖音), lanciata da ByteDance nel 2016.

Douyin e TikTok condividono lo stesso concetto di base — video brevi, creativi, con musica ed effetti speciali — ma in realtà sono due app diverse. TikTok è la versione internazionale, mentre Douyin funziona solo in Cina, con server separati e contenuti pensati per il pubblico locale.

Le principali differenze che un italiano dovrebbe conoscere:

  • Funzionalità di e-commerce: Douyin integra la possibilità di acquistare direttamente i prodotti mostrati nei video. Ad esempio, un influencer può presentare un cosmetico o un gadget, e con un click si può comprare senza uscire dall’app. TikTok in Europa sta sperimentando funzioni simili (TikTok Shop), ma Douyin è già molto più avanzata.
  • Servizi locali: oltre a shopping e intrattenimento, Douyin permette di prenotare viaggi, ristoranti o biglietti per attrazioni turistiche, integrando funzioni simili a TripAdvisor e Booking.
  • Contenuti più vari: mentre TikTok è dominato da tendenze globali e sfide virali, Douyin ospita anche video educativi, lezioni di lingua, consigli finanziari e mini-documentari.
  • Monetizzazione: per i creatori cinesi, Douyin è una fonte di reddito significativa grazie al commercio elettronico integrato e alle partnership con i brand.

Per un italiano, Douyin è un’esperienza sorprendente perché unisce intrattenimento e shopping in tempo reale, trasformando il tempo libero in un vero e proprio marketplace interattivo.

Kuaishou: l’alternativa popolare

Kuaishou

Accanto a Douyin esiste anche Kuaishou (快手), una piattaforma di video brevi che in Cina ha un pubblico enorme, soprattutto nelle città di seconda e terza fascia e nelle aree rurali.

Se Douyin è associata a uno stile di vita più “glamour” e urbano, Kuaishou mette in risalto contenuti più spontanei e autentici, con video che raccontano la vita quotidiana delle persone comuni.

Un italiano può immaginarla come un mix tra TikTok e Facebook Live, con meno attenzione all’estetica e più spazio alla condivisione diretta. È molto usata anche per il live-streaming di e-commerce, dove venditori trasmettono dal vivo per presentare i loro prodotti, rispondere alle domande e offrire sconti in tempo reale.

Musica e podcast

NetEase Cloud Music (网易云音乐) vs Spotify

spotify wangyiyun

Per gli italiani abituati a Spotify, l’app più vicina in Cina è NetEase Cloud Music (网易云音乐, Wǎngyì yún yīnyuè), spesso chiamata semplicemente “NetEase Music”.
È una delle piattaforme di streaming musicale più amate dai giovani cinesi, ed è molto più di un semplice lettore di canzoni.

Le caratteristiche principali:

  • Catalogo musicale: offre milioni di brani, sia cinesi sia internazionali, anche se alcuni artisti occidentali non sono sempre disponibili per questioni di licenze.
  • Funzione sociale: ciò che la distingue da Spotify è la possibilità di commentare ogni singola canzone. Gli utenti lasciano messaggi, riflessioni, citazioni poetiche o ricordi personali, creando una vera e propria comunità emotiva attorno alla musica.
  • Raccomandazioni personalizzate: algoritmi simili a quelli di Spotify propongono playlist su misura in base agli ascolti.
  • Karaoke e cover: molti utenti caricano le proprie versioni delle canzoni, e la piattaforma incoraggia la partecipazione creativa.
  • Integrazione con social: le playlist possono essere condivise facilmente su WeChat o Weibo, diventando parte della vita online quotidiana.

Per un italiano, l’esperienza con NetEase Music è sorprendente perché trasforma l’ascolto musicale in un dialogo collettivo. È come se Spotify avesse una sezione commenti sotto ogni brano, dove leggere migliaia di pensieri degli altri utenti.

QQ Music: l’altro colosso

QQ music

Oltre a NetEase, il grande concorrente è QQ Music (QQ音乐), parte del gruppo Tencent. Se in Italia Spotify domina quasi da solo, in Cina il mercato musicale è diviso principalmente tra queste due piattaforme.

QQ Music ha un approccio più “industriale”:

  • Ampio catalogo: spesso più aggiornato e con maggiori licenze rispetto a NetEase.
  • Integrazione con l’ecosistema Tencent: gli utenti di WeChat o QQ possono collegare facilmente i loro account.
  • Funzioni premium: abbonamenti che danno accesso a qualità audio più alta, download offline e concerti in streaming.
  • Concerti online e live-streaming: QQ Music organizza eventi esclusivi con star cinesi e internazionali, seguiti da milioni di fan.

Un italiano può immaginarlo come una versione di Spotify integrata con un social network musicale e con eventi live. Se NetEase punta sull’aspetto emozionale e comunitario, QQ Music offre un’esperienza più professionale e commerciale.

Ximalaya (喜马拉雅): il regno dei podcast e degli audiolibri

Ximalaya

Se in Italia piattaforme come Spotify o Audible ospitano anche podcast e audiolibri, in Cina esiste un’app dedicata e molto popolare: Ximalaya (喜马拉雅, letteralmente “Himalaya”).

È il punto di riferimento per chi ama i contenuti audio non musicali, e offre:

  • Podcast su ogni tema: attualità, tecnologia, viaggi, cucina, finanza.
  • Audiolibri: sia classici cinesi e internazionali, sia opere contemporanee.
  • Corsi e lezioni: contenuti educativi in formato audio, utili per studenti e professionisti.
  • Funzioni social: possibilità di seguire i creator preferiti, commentare e condividere episodi.

Per un italiano, Ximalaya può ricordare un mix tra Audible, Spreaker e Spotify Podcasts, ma con un ruolo ancora più centrale nella vita quotidiana. In Cina, infatti, l’ascolto di podcast durante i viaggi in metro o in autobus è un’abitudine diffusa, e Ximalaya è la piattaforma più usata per questo tipo di contenuti.

Altre app musicali

Oltre ai grandi nomi, esistono altre app con funzioni più specifiche:

  • Kugou Music (酷狗音乐): popolare soprattutto nelle città di seconda fascia, molto orientata al karaoke e al download.
  • Kuwo Music (酷我音乐): altra piattaforma con un pubblico fedele, spesso legata a eventi musicali live.
  • Douyin Music: ByteDance ha lanciato anche una propria piattaforma musicale, collegata ai video brevi.

Queste app mostrano quanto il mercato cinese della musica digitale sia variegato e competitivo, a differenza dell’Occidente dove di fatto domina Spotify (con Apple Music come principale concorrente).

E-commerce

Taobao/Tmall/JD.com/Pinduoduo vs Shein/Amazon/Temu

JD.COM TAOBAO TMALL PINDUODUO

amazon temu shein

Quando si parla di shopping online in Cina, il primo nome che viene in mente è Taobao (淘宝), piattaforma lanciata da Alibaba nel 2003. Per un italiano, la si può paragonare a Amazon o Shein, ma la realtà è che Taobao è un universo molto più vasto.

Le caratteristiche principali:

  • Marketplace aperto: chiunque può aprire un negozio, dal grande marchio internazionale al piccolo artigiano locale.
  • Prezzi estremamente competitivi: grazie alla concorrenza enorme tra i venditori.
  • Varietà infinita: su Taobao si trova davvero di tutto, dagli abiti alle auto, dagli utensili da cucina ai servizi personalizzati.
  • Shopping interattivo: molti venditori usano live-streaming per presentare i loro prodotti, rispondere in tempo reale alle domande e offrire sconti.
  • Integrazione con Alipay: i pagamenti sono rapidi e sicuri, con la possibilità di chiedere rimborsi in caso di problemi.

Un italiano che apre Taobao per la prima volta può sentirsi spaesato: la quantità di opzioni è enorme e l’esperienza d’acquisto è molto diversa da quella minimalista di Amazon. È più simile a un gigantesco mercato online, dove si può trattare, scoprire e farsi consigliare direttamente dal venditore in diretta video.

Accanto a Taobao, Alibaba gestisce anche Tmall (天猫), una piattaforma più selettiva, dedicata a marchi e rivenditori ufficiali. Se Taobao è paragonabile a un mercato tradizionale, Tmall assomiglia più a un grande centro commerciale con negozi certificati.

JD.com

Il principale concorrente di Taobao/Tmall è JD.com (京东, Jingdong), una piattaforma che punta molto sulla qualità del servizio e sulla logistica.

A differenza di Taobao, dove ogni venditore gestisce le spedizioni in autonomia, JD.com ha un sistema di distribuzione centralizzato. Questo garantisce:

  • Consegne velocissime: spesso in giornata, soprattutto nelle grandi città.
  • Maggiore affidabilità: JD è famosa per la vendita di prodotti autentici, riducendo il rischio di falsi.
  • Ampia gamma di prodotti: elettronica, abbigliamento, beni di largo consumo.

Per un italiano, JD.com ricorda da vicino Amazon per l’efficienza e la velocità delle consegne. Non a caso è la piattaforma preferita per acquistare smartphone, computer e prodotti tecnologici.

Pinduoduo e Temu: lo shopping sociale dalla Cina al mondo

Un fenomeno particolare degli ultimi anni è Pinduoduo (拼多多), un’app che ha conquistato centinaia di milioni di utenti in Cina grazie a un modello innovativo: lo shopping di gruppo.

Il meccanismo è semplice: se un utente vuole comprare un prodotto, può scegliere se acquistarlo da solo o unirsi ad altri acquirenti per ottenere uno sconto maggiore. Questo crea una dinamica sociale in cui amici, familiari e colleghi si invitano a vicenda per formare “team di acquisto”.

Le caratteristiche distintive:

  • Prezzi bassissimi: pensati per attrarre consumatori sensibili al prezzo, soprattutto nelle città di seconda e terza fascia.
  • Coinvolgimento sociale: l’acquisto diventa un’esperienza di condivisione e gioco.
  • Gamma di prodotti: dagli articoli di uso quotidiano a gadget e vestiti.

Per un italiano, Pinduoduo può sembrare una combinazione tra Groupon e Amazon, ma con una componente di social network. È un esempio di come in Cina lo shopping online non sia solo un atto individuale, ma un’esperienza comunitaria.

Temu: l’espansione globale

Nel 2022, la società madre di Pinduoduo ha lanciato Temu, una piattaforma rivolta ai mercati internazionali, compresa l’Europa. Temu riprende lo stesso modello di prezzi super competitivi e logistica ottimizzata, portando l’esperienza dello shopping cinese nel resto del mondo.

Le caratteristiche di Temu:

  • Prezzi stracciati su abbigliamento, accessori, gadget e articoli per la casa.
  • Spedizione internazionale a basso costo, spesso gratuita, grazie all’ottimizzazione della logistica cinese.
  • Interfaccia semplice e tradotta, che la rende accessibile agli utenti occidentali.
  • Campagne aggressive di marketing, che hanno reso Temu un nome noto anche in Italia in pochissimo tempo.

In sostanza, mentre Pinduoduo resta una piattaforma pensata per il pubblico cinese e basata sullo shopping sociale, Temu rappresenta la sua versione “globale”, mirata a conquistare consumatori occidentali con prezzi ultra competitivi.

Per un italiano, Temu è oggi una delle app più evidenti dell’impatto della tecnologia cinese sui mercati internazionali: scaricandola sullo smartphone, si può avere un assaggio diretto del modello Pinduoduo senza neppure mettere piede in Cina.

Live-streaming e influencer economy

Una tendenza chiave dell’e-commerce cinese è il live-streaming shopping, che ormai è diventato parte integrante delle abitudini di consumo.

  • Influencer e venditori trasmettono in diretta, mostrando i prodotti e rispondendo alle domande degli spettatori.
  • Gli utenti possono acquistare in tempo reale cliccando sul link sotto il video.
  • Alcuni streamer famosi, come Li Jiaqi (conosciuto come “il re del rossetto”), hanno milioni di spettatori contemporanei e generano vendite paragonabili al fatturato di un grande negozio in poche ore.

Per un italiano, questo modello è ancora poco diffuso: alcune sperimentazioni su Instagram e TikTok vanno in quella direzione, ma la Cina è molto più avanti. Per chi vuole capire il futuro del commercio digitale, osservare il fenomeno del live-streaming cinese è fondamentale.

Pagamenti e finanza

Alipay Wechat Pay

revolut e payoal

Alipay vs PayPal/Revolut

Se in Italia siamo abituati a usare bancomat, carte di credito, PayPal o, più recentemente, app come Satispay e Revolut, in Cina la regina assoluta dei pagamenti digitali è Alipay (支付宝, Zhīfùbǎo).

Creata da Alibaba, Alipay non è solo un sistema di pagamento online, ma una vera e propria super-app finanziaria.

Le sue funzioni principali:

  • Pagamenti con QR code: basta inquadrare un codice con lo smartphone per pagare in negozi, ristoranti, supermercati e perfino ai venditori ambulanti.
  • Portafoglio digitale: consente di collegare carte bancarie, depositare denaro e gestire le transazioni quotidiane.
  • Servizi finanziari: investimenti, prestiti personali, assicurazioni e risparmi a rendimento variabile, tutto all’interno dell’app.
  • Funzioni quotidiane: pagamento delle bollette, ricariche telefoniche, biglietti di trasporto pubblico.

Per un italiano, Alipay può essere paragonato a una combinazione tra PayPal, Revolut, Apple Pay e un’app bancaria tradizionale. Ma con una differenza sostanziale: in Cina è usato da quasi tutti, ogni giorno, per qualsiasi spesa.

WeChat Pay: la concorrenza dentro WeChat

Accanto ad Alipay, il grande concorrente è WeChat Pay, il sistema di pagamento integrato direttamente in WeChat.

Le caratteristiche sono simili: pagamenti con QR code, portafoglio digitale, trasferimenti istantanei tra amici, acquisti online e nei negozi fisici. La grande forza di WeChat Pay è proprio la sua integrazione nella piattaforma di messaggistica più usata in Cina:

  • Si può pagare un taxi, ordinare cibo o mandare denaro a un amico senza mai uscire dalla chat.
  • I “hongbao (红包)” o “red envelopes” digitali — piccole somme di denaro inviate come regalo nelle festività — sono diventati una tradizione moderna molto popolare.
  • Le aziende possono collegare servizi e mini-programmi direttamente a WeChat Pay, rendendolo uno strumento universale.

Per un italiano, l’esperienza ricorda un po’ l’integrazione di Apple Pay o Google Pay in WhatsApp, ma con una diffusione molto più capillare.

Un Paese (quasi) senza contanti

Una delle cose che sorprende di più gli italiani in Cina è che il contante è sempre meno usato. Nei grandi centri urbani quasi tutti i pagamenti si fanno con Alipay o WeChat Pay:

  • Nei ristoranti e nei supermercati non si passa più la carta, ma si scansiona un QR code.
  • Anche i piccoli venditori ambulanti hanno il loro codice QR stampato su un cartello.
  • Persino i musicisti di strada accettano mance via smartphone.

Questo livello di digitalizzazione è molto più avanzato rispetto all’Italia, dove i contanti restano ancora diffusi e dove le app di pagamento non hanno raggiunto la stessa penetrazione universale.

App bancarie e fintech locali

Oltre ai due giganti Alipay e WeChat Pay, le banche cinesi hanno sviluppato app mobili con funzioni sempre più moderne. Alcuni esempi:

  • China Merchants Bank: molto apprezzata per l’interfaccia intuitiva.
  • ICBC (Industrial and Commercial Bank of China): una delle banche più grandi al mondo, con un’app ricca di servizi.
  • App fintech dedicate al microcredito e agli investimenti**: permettono di ottenere prestiti rapidi e investire in prodotti finanziari con pochi click.

In questo senso, la Cina rappresenta un ecosistema fintech molto più dinamico dell’Europa, con una forte propensione all’innovazione e all’uso quotidiano delle tecnologie finanziarie.

Differenze con l’Italia e impatto sui viaggiatori

Per un italiano che viaggia in Cina, la questione dei pagamenti è centrale:

  • Le carte di credito internazionali (Visa, MasterCard) non sono sempre accettate nei negozi o ristoranti locali.
  • I contanti vengono accettati, ma spesso con riluttanza e con difficoltà nel ricevere resto.
  • Le app di pagamento sono il metodo standard: per questo i viaggiatori devono scaricare Alipay o WeChat Pay e collegarle a una carta internazionale (opzione resa più facile negli ultimi anni).

In pratica, imparare a usare queste app è indispensabile per muoversi in Cina, dall’acquisto di un biglietto della metro fino a una cena in un ristorante tradizionale.

Viaggi e servizi locali

Ctrip e Trip.com internazionale

Trip.com

Uno dei pilastri del settore viaggi in Cina è Ctrip (携程, Xiéchéng), conosciuto a livello internazionale come Trip.com.
Questa piattaforma, nata in Cina negli anni 2000, è oggi una delle più grandi agenzie di viaggi online al mondo.

Ctrip/Trip.com offre:

  • Prenotazione di hotel in tutto il Paese e all’estero.
  • Biglietti aerei e ferroviari con integrazione diretta nelle piattaforme ufficiali.
  • Pacchetti turistici e tour organizzati.
  • Servizi in più lingue: la versione internazionale è pensata per utenti globali, mentre quella cinese è ottimizzata per i viaggiatori locali.

Per un italiano, Trip.com è già familiare, ma va notato che in Cina la sua versione “locale” è ancora più completa: oltre a hotel e voli, include treni ad alta velocità, biglietti per attrazioni turistiche e trasporti interni.
Di fatto, è un’app imprescindibile per viaggiare nel Paese, al pari o più di Booking.com o Expedia.

Didi Chuxing vs Uber

Uber Didi

Per spostarsi nelle città cinesi, l’equivalente di Uber è Didi Chuxing (滴滴出行, Dīdī Chūxíng).
È l’app di ride-hailing più usata in Cina e offre diversi servizi:

  • Taxi tradizionali prenotabili dall’app.
  • Carpooling e ride-sharing a prezzi convenienti.
  • Auto private simili al modello UberX.
  • Servizi premium con vetture di lusso.

Didi domina il mercato cinese dei trasporti urbani dopo aver assorbito Uber China nel 2016.
Per un italiano che visita la Cina, Didi è molto più affidabile e diffuso rispetto ai taxi tradizionali, che possono avere barriere linguistiche o problemi di disponibilità.

La differenza con Uber in Europa sta anche nella profonda integrazione dei pagamenti digitali: su Didi si paga direttamente via WeChat Pay o Alipay, senza mai tirare fuori contanti o carte.

Meituan e Ele.me vs Deliveroo/Glovo/Juat eat

meituan eleme

Glovo just eat delivero

Se in Italia usiamo Glovo, Deliveroo o Just Eat, in Cina i giganti del food delivery sono Meituan (美团) e Ele.me (饿了么).

Le caratteristiche principali:

  • Consegna rapidissima: in media 30 minuti, grazie a una rete capillare di rider.
  • Gamma vastissima: non solo ristoranti, ma anche supermercati, farmacie e negozi di elettronica.
  • Integrazione con la vita quotidiana: con Meituan si possono prenotare anche hotel, biglietti per il cinema e attività locali.

Per un italiano, Meituan ricorda una combinazione tra Glovo e TheFork, mentre Ele.me si concentra maggiormente sulla consegna di cibo e spesa.

Un aspetto caratteristico: le app cinesi usano molto i coupon e i sistemi di sconti integrati, spingendo gli utenti a ordinare più spesso.

Gaode Maps e Baidu Maps vs Google Maps

Amap baidu map

Google Maps

Poiché Google Maps non funziona in Cina, i servizi locali hanno sviluppato alternative molto avanzate:

  • Gaode Maps (高德地图, noto anche come Amap): ottima per la navigazione urbana, include trasporti pubblici, traffico in tempo reale e suggerimenti turistici.
  • Baidu Maps (百度地图): simile a Google Maps, con funzioni di navigazione pedonale, in auto e in bicicletta.

Per un italiano, la prima difficoltà in Cina è l’assenza dei servizi Google. Per questo scaricare Gaode o Baidu è essenziale per orientarsi, soprattutto nelle metropoli.

Bike-sharing: Hellobike

Hellobike

Un altro fenomeno che in Italia ha avuto vita breve ma in Cina continua a prosperare è il bike-sharing.

  • Le bici si trovano ovunque nelle città, si sbloccano scansionando un QR code e si lasciano in qualsiasi parcheggio designato.
  • I costi sono bassissimi: pochi centesimi per corsa.

Per un italiano, questo ricorda i servizi di bike-sharing presenti a Milano, Roma o Firenze, ma in Cina il sistema è molto più capillare e integrato con le app di pagamento digitali.

Conclusione e consigli pratici per italiani

La panoramica sulle app cinesi mostra quanto l’ecosistema digitale in Cina sia profondamente diverso da quello occidentale, sia per varietà di funzioni sia per integrazione nella vita quotidiana. Dalla messaggistica ai pagamenti, dall’e-commerce ai video, i cittadini cinesi vivono un’esperienza digitale più centralizzata e interconnessa, spesso tramite super-app come WeChat, Alipay, Meituan e Douyin.

Consigli pratici per italiani in Cina

  1. Scaricare le app giuste: WeChat, Alipay, Trip.com, Didi e Meituan sono quasi indispensabili per la vita quotidiana.
  2. Preparare i pagamenti digitali: collegare una carta internazionale ad Alipay o WeChat Pay facilita gli acquisti e la mobilità.
  3. Traduttori a portata di mano: molte app hanno interfaccia solo in cinese e inglese; usare Google Translate o altre app di traduzione aiuta molto.
  4. Sfruttare il live-streaming: utile per scoprire prodotti, offerte o eventi locali.
  5. Conoscere le mappe locali: Gaode o Baidu Maps sostituiscono Google Maps nelle città cinesi.
  6. Esplorare i contenuti culturali: Bilibili, iQIYI e Xiaohongshu offrono un’ottima finestra sulla vita e le tendenze cinesi.
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