1) L’ “HOTEL” in realtà assomiglia ad uno squallido motel da film dell’orrore o ancora a luci rosse (con tanto di cartello luminoso con presso delle camere); 2) La zona: la zona di riferimento è una sorta di ghetto dove a partire dall’uscita della metropolitana si incontrano solamente spacciatori che tentano di vendere urlando la propria merce, minoranza etniche di ogni tipologia e gruppettini modello Bronx fermi agli angoli e pronti, anche in pieno giorno, a gettare occhiatacce. Al contrario dalle foto e dalla descrizione si evince che l’albergo è ben collegato (foto della metropolitana che in realtà si trova a 15 minuti di ghetto e di un tram che non esiste). Estetica: Albergo fatiscente dalle pareti ammalorate che si raggiunge dopo un lungo viale di abitazioni dalle finestre sbarrate e alcune con i vetri rotti. Si conclude la tragedia notando che quello che in mappa è riportato come “Parc Marcel Cachin” e che ne parrebbe il continuo, in realtà si tratta di un cimitero proprio adiacente alla struttura. 3) L’accoglienza: spaesati, spiazzati e intimoriti abbiamo comunque provato ad entrare nel motel dove lo spocchioso proprietario, alla nostra richiesta di vedere la camera ha fatto pessimi apprezzamenti su di me e sulla mia signora non sapendo che, pur avendo parlato in francese, mia moglie capisse quello che stava dicendo al suo collega. Alle nostre perplessità, soprattutto sul fatto che non è presente neanche il bagno in camera, si è fatto sempre più scontroso e scocciato. 4) L’”albergo”: “offre” bagni in comune per nulla menzionati all’interno della prenotazione, reception costituita da un tavolaccio in legno con appoggiato un computer, frigorifero all’ingresso e poi niente, poiché come anticipato la possibilità di visionare la struttura ci è stata negata. MORALE DELLA FAVOLA: Immediatamente dopo aver realizzato quanto accaduto abbiamo provveduto a prenotare una nuova struttura costretti quindi a buttare i soldi prontamente scalati in anticipo dal conto.
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