Utente ospite
27 agosto 2021
Questo bell’albergo arroccato su un piccolo promontorio alla fine della via principale di Paros, quella per intenderci del lungomare e dei localini che lo lastricano, vi appare fin dal vostro sbarco, dopo aver girato la curva della gran via. La posizione è a dir poco spettacolare, davanti è posto un mulino (in realtà un bar dalla vista straordinaria aperto solo nel pomeriggio) come un pezzo del presepe, che arricchisce questo angolo di paradiso. Per qualche istante la curva in salita del promontorio, il mulino e l’albergo sono ritratti anche nel film “Immaturi il viaggio”, a testimoniare ulteriormente la bellezza di questo scorcio. Dal secondo piano si domina la vista a 300° dell’accesso al porto con il viavai dei traghetti giorno e notte, che fanno di Paros un posto incredibile come se fosse situato al crocevia di tutte le rotte della Grecia. L’albergo ha begli spazi interni ed esterni dove fare colazione, cenare (thai) e prendere un aperitivo o un caffè. Una bella piscina sul retro offre a chi vuole muoversi poco, un piacevole sollievo. Tutto qui il positivo, veniamo ora al negativo. La struttura è vecchia e meriterebbe una profonda ristrutturazione. Abbiamo trovato assurda la pavimentazione, chiara con fedelissime riproduzioni dello sporco, per cui puoi anche non spazzare mai, tanto la differenza non è percepibile. Le stanze, spartane, forse all’avanguardia per gli anni ’80, hanno il minimo indispensabile. I bagni (tutti) hanno un finestrino di areazione che dà nel corridoio, con le inevitabili conseguenze. Colazione inesistente (la frutta è considerata un extra e ci sono le immancabili fette biscottate). Il personale appare insufficiente per la struttura, il proprietario lo troviamo a ruotare in tutte le vesti, laddove occorre. Timidamente gentili le signorine al servizio ristorazione. Imperscrutabili per barriere linguistiche (una di colore ed una asiatica) o affabilità del carattere le inservienti del maid-service. Prezzi, tutto considerato, nella norma.