E dire che l'esperienza in questo hotel non era nemmeno iniziata tanto male, con una cena discreta macchiata accidentalmente dal sapore stantio di una crema al burro lasciata probabilmente sul tavolo troppo a lungo e una curiosa ma rassicurante proposta di ”downgrade” della camera per passare da una doppia uso singola ad una singola perché ”più bella e moderna” a detta della giovane receptionist. Poi in occasione del rientro in camera il fattaccio: la grata dell'aria condizionata è posta proprio sopra il letto e non c'è modo di disattivare il getto d'aria. Vani i tentativi di trovare un modo per evitare le fredde correnti: non paga certo il fatto di aver accettato la bislacca proposta di avere una camera più piccola, con spazi molto più limitati per spostare il letto a una piazza e mezzo. E allora non si può fare altro che iniziare il tour notturno delle camere per trovare una soluzione meno infelice, ed ecco che dopo qualche tentativo, si arriva alla camera della ”discordia”: una doppia con la solita grata che sfiata sul letto, ma incredibilmente qui le trame della grata sono regolabili, per cui si riesce a direzionare l'aria verso l'alto! E allora la discordia è proprio qui: ma non si potevano dotare tutte le camere della medesima banale soluzione? Capisco che in terra svedese i 20 gradi scarsi di maggio facciano credere agli autoctoni di essere all'Equatore e che sia impossibile per loro concepire un'esistenza senza aria condizionata, ma spendere due corone in più per dotare tutte le grate del meccanismo per renderle regolabili no, eh? Rien ne va plus, cosa fatta non può essere disfatta. Ah, e al check-out non una parola per sincerarsi che il problema si fosse risolto o un'amichevole espressione di cordoglio nei confronti di un povero italiano che accende l'aria condizionata in giugno quando fuori i gradi sono trenta e non diciannove quasi venti nei giorni di festa. Non so se risultava chiaro dalla verbosa descrizione di cui sopra, ma tutto sommato non mi sento di consigliarlo.
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