Domaine de Divonne

Fatiscente, sporco, personale scostante maleducato e incompetente, regole messe a caso e secondo nazionalità, ma andiamo per gradi Prenotiamo on line per partecipare ad un evento cinofilo, nell'albergo consigliato dall'organizzatore dell'evento. Ci impediscono imperativamente di portare più di un cane, salvo poi vedere stanze occupate da due o tre cani. Sarà perché siamo italiani? Arriviamo alle 19 circa dopo otto ore di viaggio. Chiediamo che ci vengano date due carte per accedere alla stanza, ma ci viene opposto un categorico quanto scostante rifiuto. Insistiamo e riusciamo ad ottenere due chiavi, ma quasi quasi ci chiedevano una cauzione!!! Vabbe siamo stanchi saliamo in stanza. L'ascensore, angusto, che ha visto tempi migliori e ormai troppe mani di vernice mal stese, sferraglia verso il quarto piano, battuto in velocità da una lumaca zoppa con l'artrite. Sbarchiamo, e moquette ovunque, e nemmeno troppo pulita. Gli acari villeggiano allegramente. Arriviamo all'agognata stanza per riposare e installarci ma, aprendo la porta, abbiamo pensato di aver sbagliato e di essere entrati nel frigorifero della struttura. La stanza è gelida, mi fiondo sul termostato e provo ad impostarlo a 25, lui torna a 23, 24 e lui 23, 22 tanto per ridere e lui 23. Insomma o mangi sta minestra apri la finestra, con buona pace degli ambientalisti. Ma in Francia hanno il nucleare, che je frega? Niente, arreso davanti al termostato testardo, saluto i pinguini che in una riunione che stanno tenendo nella mia stanza minacciano di fare sciopero per la temperatura troppo bassa e poi con mossa furbissima apro la finestra per permettere alla calura agostana di mitigare il freddo. Macché il condizionatore si offende e aumenta il flusso di aria gelida. Non c'è pace, bisogna stare al freddo. Cerchiamo di installarci ma scopriamo che a fianco del letto, sotto i comodini non amovibili, non ci sono prese, ma scatole con fili scoperti, e una simpatica famigliola di acari che ci salutano allegramente. Sotto quei comodini fare pulizia è una azione della quale si è perso il significato nella notte dei tempi. La stanza de luxe, di de luxe ha solo il nome, e il comfort che ci si aspetta legittimamente, ha preso altre strade. Chiediamo una prolunga e così passeremo il soggiorno con cavo elettrico nero che attraversa la stanza. Be ma per 236 euro al giorno, più venti per il cane, cosa vuoi pretendere? Non pretenderai per caso che il divanetto a due posti, fulgido testimone del lusso preteso, e profumatamente pagato, sia messo in favore della televisione no? Invece ci sta la poltroncina a un posto. Va be li sposto e creo un parapiglia tra le varie favelas di acari che soggiornavano da tempo immemore al di sotto del divanetto e della poltroncina che, testardamente non si erano mai spostati dalla loro granitica posizione. Lo sporco è inimmaginabile, ma lo potete vedere nelle foto. Passiamo al bagno che seppur grandicello, non ha una doccia, ma una vasca con sponda molto alta e la doccetta da po